CALEIDOSCOPIO SULLA CAMERA A GAS
(John M. Johnson)
Per Donald Eugene Hardin, 43 anni, era la fine benvenuta di un lungo
viaggio. 14 anni dai 3 omicidi. Trascorsi nella riflessione, disperazione,
speranza, rabbia e perdita. Tempo per sentire "rimorso... tanto quante
le stelle" per "...le atrocita' commesse contro il mio prossimo"
e per scrivere l'epitaffio: "Donald Eugene Harding mori' come visse...
con grande dolore".
II
Per i 98 altri uomini nel braccio della morte era il momento di perdere
uno di loro stessi, un veterano rispettato, tra tutti quelli conosciuti
dentro e fuori la cella. L'ansieta' faceva chiedere: "Come se ne andra'
Don?" E quando seppero che Don era volato via come un uccello, non
appena ebbe inalato i fumi tossici, si brindo' celebrando la moralita'
tribale che segna il cammino verso la morte.
III
Per il procuratore generale Grant Woods, il momento di trionfo su anni
di ritardi burocratici e giudiziari diede energia allo spirito, una sensazione
di vittoria per la giusta vendetta e un momento per colpire la corazza
della ragionevolezza, in nome delle vittime perdute. E un momento per anticipare
le grandi ricompense politiche per avere mantenuto le promesse fatte in
campagna elettorale.
IV
Per Donna Hamm, l'unica testimone personale dalla finestra della camera
a gas, notti di ansia e insonnia furono i compagni non invitati. Apprensione
circa il chiedersi cosa uno possa sentire al momento del contatto finale
con la morte. Ma, sorpresa! Una grande rabbia al culmine di questo cerimoniale.
E un senso di mortificazione, realizzando che si appartiene ad una tribu'
che fa questo tipo di cose nel nome della giustizia.
V
Per Deborah Gage, figlia di una vittima, il terribile momento del dovere
passo' appena le pillole di cianuro caddero nel secchio, dopo cosi' tanti
anni di sofferenza e senso di perdita, riempiti con l'afflizione per un
padre molto amato che non tornera' quando questo atto sara' compiuto. E
la terribile realizzazione che questa notte non e' una fine, ma un nuovo
inizio, con piu' violenza nell'animo.
VI
Per Cameron Harper, News Team 3, era una storia circa quante pastiglie
di cianuro cadessero alle ore 22:19 nel secchio, solo un pezzetto firmato
A.G., un profondo respiro tenuto per 57 secondi, seguito da 6 minuti e
38 secondi di violente scosse e convulsioni. "Non fare sbagli su questo,
questa e' una morte molto, molto violenta".
VII
Per Tom Rankin, rude capo poliziotto di Florence, era "un privilegio
ed un onore" assistere all'esecuzione di Harding, che "moriva
meglio delle sue vittime". Ma una scoperta scioccante, 2 giorni piu'
tardi, di un grande, inatteso e indesiderato senso di repulsione verso
cio' che osservo', il crudele e insolito rituale, cosi' impazientemente
atteso tra i suoi doveri.
VIII
Per 147 contestatori che giunsero nel prato all'angolo della Butte con
la Main, donne e uomini con diversi credo e motivazioni, fu un momento
di testimonianza, di crescita per i valori condivisibili della vita e per
esprimere indignazione verso il sistema che uccide per prevenire uccisioni,
che valuta alcune vite piu' preziose di altre.
IX
Per i buoni Ragazzi-Bene, parcheggiati nei loro fuoristrada lungo tutta
la Butte, era il momento per farsi qualche fetta di vitello Jerky e un
paio di Sixes al circolo K, trovando un posto dove parcheggiare il Bronco
vicino al Blue Mist Hotel e fare una piccola gara fino all'apertura, intorno
alle 20:19. Lasciate queste grosse citta' "Pinkos". Lasciate
che vengano tempi migliori!
NOTA: Donald Eugene Harding mori' nella camera a gas in Arizona il 6/4/1992.
Il racconto di un testimone apparse nell'estate 1992 (Vol. II n°3,
ed. Endeavor).